Auguste Rodin: Danaide
Le Danaidi nella mitologia greca erano le cinquanta figlie di Danao, re di Libia e fratello gemello di Egitto. Anche quest’ultimo aveva cinquanta figli, maschi però, e dunque il suo intento era farli sposare con le cugine così da unire i regni. Tuttavia le Danaidi rifiutandosi di sposare i propri cugini fuggirono con il padre ma i giovani le inseguirono costringendole al matrimonio. Danao diede ad ognuna l’ordine di uccidere il proprio marito la prima notte di nozze. Tutte obbedirono tranne Ipermestra che sposò Linceo. Il mito racconta che quest’ultimo vendicò la morte dei fratelli finiti brutalmente e con l’inganno, uccidendo le Danaidi risparmiando la moglie Ipermestra.
Auguste Rodin (1840-1917) in questa scultura del 1889 nell’interpretare il mito rappresenta il dolore della Danaide prostrata e quasi immersa nella roccia dove espia la colpa di aver ucciso il proprio marito su ordine del padre. Nell’opera Rodin mette in atto la sua grande capacità espressiva nella modellatura della materia. La curva della schiena, così definita in ogni dettaglio, è un poetico richiamo alla sensualità e all’amore. La fanciulla accovacciata sembra stia per sprofondare o forse emergere dalla terra. I capelli sfumano verso la materia grezza del marmo senza soluzione di continuità in un “non finito” di derivazione michelangiolesca.
La riproduzione della famosa statua dello scultore francese viene prodotta in Italia da artigiani maestri del marmo e dell'alabastro.
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